Chi siamo
La Scuola di Windsurf Zepyhr si trova all'isola d'Elba, nella bellissima spiaggia di Marina di Campo.
La posizione di questa baia, privilegiata rispetto ai venti predominanti, la rende sicura per le prime uscite ed esaltante per gli esperti con vento forte, sia in condizioni di mare piatto sia con onda formata.
Il maestrale, vento di nord-ovest che qui giunge da terra, e lo scirocco, vento da sud-est che spira dal mare, qui sono ideali per praticare gli sport velici.
Stefano Ferraris insegna dal 1982 a quanti, principianti ed esperti appassionati windsurfisti, vogliano praticare questo sport appassionante.
La mia esperienza sul windsurf
Da quest’anno posso aggiungere al mio curriculum anche neo-surfista: erano anni che papà e Stefano mi esortavano a provare, almeno, erano anni che declinavo l’invito, sicura di non potercela fare, di non essere in grado di controllare me stessa su quel pezzo di plastica, sul quale neanche pensavo di riuscire a salire, sicura di risultare inopportuna… ebbene, al porto ci sono arrivata, non con uno stile ed una posizione impeccabile, ma senza farmi trasportare dal vento. Sul windsurf siamo io, il mare, e la vela, ed il mare è uno specchio: contemplo i miei pensieri ed i colori della vela nello svolgersi infinito delle onde, comprendo la mia misura, gli effetti che i miei movimenti e le mie azioni hanno sulla mia posizione. Del windsurf mi piace il fatto che non sia la vela- o, per meglio dire, il rig- a tenermi in piedi, ma che sia io l’artefice di quell’equilibrio tanto precario quanto stabile; mi piace il fatto che il movimento della tavola sull’acqua, sostenuta e spinta dal vento, non sia frutto di un’energia statica, ma dinamica, soggetta a continue metamorfosi, che dipendono da me, dal mio modo di reagire al soffio del vento o alla danza delle onde. Energia che è attiva, non passiva. Spiegare questo a chi nel windsurf vede solo uno sport rischioso, noioso, per persone sconsiderate, equivarrebbe a raccontare il Mare a chi riesce a vedere solo acqua.
Ho deciso dunque, all’ennesimo “Anna prova!”, di entrare in quella tribù di pazzi che, azzerando ruoli e schemi sociali, si lanciavano nell’acqua, lasciandosi sostenere dal vento, aspettando il sollevarsi del Maestrale, osservando rami, nubi ed onde all’orizzonte.
Sarebbe bello se il Mare divenisse una fonte di ispirazione in materia di vita e che l’andar per mare fosse un modo per dare senso e trovare il senso dell’esistenza a terra. Ci sono infinite lezioni utili, a mio avviso, da imparare dalla sua frequentazione, almeno in piedi su un windsurf oppure tra le onde: l’umiltà, la tenacia, la calma, la pazienza, il controllo, ma, soprattutto, la Libertà. Il che potrebbe sembrare un paradosso, dal momento che su una tavola in mezzo al mare si è prigionieri come in nessun altro luogo: non si può scendere, non si può fare altro che continuare ad avanzare, per sopravvivere, in traverso, bolina o lasco a seconda non tanto della direzione del vento, ma a seconda del Porto verso il quale siamo diretti. Eppure, in realtà, si è più liberi che mai. Lì, in piedi in mezzo al mare, mi sentivo più libera di sognare, dinanzi a quell’orizzonte infinito, tutte le possibili ed impossibili vite, più libera persino di sognare che la vita a terra potesse essere appagante quanto una versione ben tradotta, quanto un viaggio senza una destinazione precisa, con tutto il tempo necessario a propria disposizione. Vivere il Mare e sul Mare significa avere il tempo di Pensare, di Sognare e di Ricordare.
Forse è proprio la mia prima uscita in windsurf, una banalissima domenica mattina alle nove, che ricordo meglio, tra tutte quelle vissute nella mia Isola: il mare deserto, avrei detto non fossero esistite altre persone al mondo oltre a me, Stefano, qualche bagnante rumoroso, la mia famiglia che mi aspettava a riva, tutto molto lontano, in quel momento. Volta per volta, giorno dopo giorno, bolina dopo bolina, ho trovato il tempo di fermarmi ed ascoltare. Mi parlavano il Vento ed il Mare, nessun motore a regolare la traiettoria, nessuna spinta meccanica, ma Forza silenziosa, energia che mi ronzava nelle orecchie, sole caldo e luminoso che mi faceva strizzare gli occhi. Siamo tu ed io, e tu, Mare, mi parli di me, con il tuo canto antico, che non termina sulla riva, ma nel mio cuore.
Anna